Viaggi in Moto

La gara per i 100 anni del Bol d’Or.

Con l’edizione 2022, il Bol D’Or ha festeggiato i suoi 100 anni con una gara ricca, come sempre di colpi scena fino alla fine delle 24 ore.

Dalla prima edizione ad oggi.

Certamente tante cose sono cambiate dalla prima edizione nel 1922 del Bol D’Or, organizzata da Eugène Mauve in onore alla 24 ore in bici, che si svolgeva alla fine del 800 e che prevedeva come premio finale, una ciottola d’oro, appunto il Bol d’Or. La prima edizione si svolse sul circuito di Vaujours, nella periferia Est di Parigi, per poi disputarsi nelle successive edizioni a Fontainebleau, Saint-Germain-en-Laye, Montlhéry, Le Mans, Le Castellet, Magny Cours, per poi ritornare a Le Castellet. La prima edizione fu vinta da Tony Zind su Motosacoche, che rimase in sella per tutte le 24 ore. Solo nel 1954 furono ammessi due piloti, fino ad allora un solo pilota doveva resistere per tutta la gara, a stanchezza, fame e freddo. Dopo alcune interruzioni per la guerra e la crisi delle moto negli anni 60, dal 1969 grazie alla rivista Moto Revue, il Bol D’Or ha ripreso in grande stile questa gara per temerari. L’arrivo delle grandi case Giapponesi, con le loro splendide moto, ha permesso il grande salto verso il successo di questa maratona motociclistica fino ai giorni nostri Oggi i piloti sono tre, il che permette turni con una pausa più lunga di riposo, il visto le potenze delle attuali moto che partecipano al Mondiale Endurance, che si dividono in tre categorie, EWC, SuperStock ed Esperimental.

La vita dentro il Box del “No limits Motor Team 44”, che partecipa da 20 anni al Mondiale Endurance.

Per questa edizione del Bol D’Or ho avuto l’opportunità e l’emozione, di vivere da dentro la gara con il Team 44 No Limits di Moreno Codeluppi. La 24 ore, non è una semplice gara, è un misto tra una tecnica motociclista di altissimo livello e l’incredibile capacità di Tecnici e Piloti di affrontare le avversità tecniche e umane per 24 ore. In realtà la gare inizia dal lunedì, quando tutti i Team iscritti arrivano sul circuito. Meccanici, cuochi e piloti, come in una grande famiglia montano stand e box. Dopo aver allestito il campo base (per usare un termine alpinistico), ognuno inizia le sue mansioni. Lo staff tecnico deve portare le Moto alle verifiche tecniche, mentre i piloti devono far controllare il materiale per la gara: caschi, tute, stivali e guanti, tutto deve essere verificato e approvato. I giorni successivi sono molto impegnativi, si provano innumerevoli volte gli stop per il cambio del pilota, durante il quale si devono sostituire le gomme, fare rifornimento, fare un piccolo rabbocco di olio e sostituire le pinze freni. Tutte queste operazioni devono essere fatte in modo rapido e preciso, alcune delle quali dilatate durante l’arco delle 24 ore, salvo chiaramente il cambio del pilota che avviene dopo 25/30 giri. L’impegno di tutto il Team è chiaramente, “spuntare” un ottimo tempo di qualifica, ma la cosa più importante è l’affiatamento tra piloti e meccanici. Altro fattore da tenere in considerazione, è che la moto deve essere “tarata” per tre piloti, che hanno “stili” e “corporature” differenti tra loro. La moto quindi deve essere interpretata dai piloti, che devono adattarsi al mezzo. Dopo alcuni giorni spesi nel sistemare la moto, durante prove libere e ufficiali dei tre piloti Luca Scassa, Alexis Masbou, Stefan Hill e il quarto di “riserva” Nico Bonifacio, arriva il giorno della partenza del Bol D’Or. Il Team di Castelnuovo di Sotto, arriva da due ottimi piazzamenti nelle 24 ore precedenti, uno straordinario 2° posto nella SST (5° assoluti) a Le Mans e un 5° posto nella SST (16° assoluti), risultato ottenuto durante la “complicata” 24 ore di Spa-Francorchamps. Il Team No Limits 44, ormai dopo 20 anni di parteciapazione al Mondiale Endurance, è ormai ben cosciente che la gara termina sotto la bandiera a scacchi, al di là del tempo di qualifica che non soddisfa appieno il team. Alle 15.00 parte la gara e lo straordinario Luca Scassa, tiene un’ottima posizione, fino al cambio con il francese Alexis Masbou che dopo il suo turno la cederà all’Inglese Stefan Hill. I tre piloti saranno sempre attenti nel riportare la moto “intatta” durante i loro tirati turni di guida. La notte passa indenne da rotture o incidenti, mentre in testa alla corsa si alternano i Team ufficiali rimasti. Durante la gara si può assistere al perfetto lavoro dei 4 meccanici che possono intervenire sulla moto durante i cambi del pilota, prima dell’ultima operazione di rifornimento, dopo la quale il pilota può salire in sella e riprendere la gara. Sarà un vero spettacolo assistere a tutti gli interventi sulla moto. Anche durante uno degli ultimi cambi, quando commissario un pò “tignoso”, non vuol far ripartire la moto perché, a suo dire, la moto aveva trasudazioni di olio. Sono bastati pochi secondi per rientrare nel box, dove i ragazzi hanno pulito il carter motore e Luca Scassa è potuto ripartire. Dopo oltre 20 ore di gara al massimo, è normale qualche pattina di olio sul carter. Sono sempre le ultime ore a tenere tutti con il fiato sospeso, ma alle 15.00 la bandiera a scacchi sancisce la fine dell’edizione n. 100 del Bol D’Or. Grande soddisfazione per tutti i Team e piloti, che hanno terminato questa massacrante edizione che ha visto la vittoria della Yamaha del Team 333 Viltais racing IGOIL, 2° la Yamaha 77 Wójcik Racing Team e in 3° posizione la Kawasaki France Webike SRC 11. Mentre per la SST vittoria per la Honda RAC41-Cromeburner. Il team di Moreno Codeluppi è arrivato 5° della SST, la Honda ha vinto il Mondiale Endurance EWC, con il Team F.C.C. TSR Honda France, con i Piloti Josh Hook, Mike Di Meglio, mentre un grosso augurio di pronta guarigione va al loro compagno di team Gino Rea, dopo l’incidente alla 8 ore di Suzuka. Ottimo, il 2° posto (per la terza volta consecutiva) nella classifica Fim Endurance World Cup SST. La moto del Team No Limits è stata la prima classificata di tutte le Suzuki in gara. Un risultato che premia una squadra (o una famiglia) di persone che lavorano tutti insieme, inutile parlare dell’emozione che si prova nel vederli lavorare. L’ambiente dell’Endurance ha qualcosa di diverso dalle altre gare in pista, tutti si rispettano e quando un pilota avversario rientra ai box, con la moto rovinata dopo una caduta, scatta l’applauso d’incoraggiamento, dai Team avversari e dal pubblico sugli spalti. Un applauso di rispetto e passione, che ha ben poco a che vedere con il “tifo”. Ringrazio tutto il Team per avermi dato l’opportunità di “vivere da dentro” una 24 ore.

•🅣🅔🅐🅜•

Moreno Codeluppi, Team Manager

Claudia Milan, Comunicazione

| Maurizio Carbognani, Direttore Sportivo / Simone Margareci, al muretto

Luigi Scassa, Capo Tecnico www.puntomotocorse.com

Ivan Finotti | Bartolomeo Babbo | Roberto Della Giustina | Aldo Bernini | Simone Margareci | Giorgio Righetti | Christian Albiani | Matteo Bleggi | Raphaël Bagolin | Mathieu Pessey | Mirko Severi

•🅡🅘🅓🅔🅡🅢•

Luca Scassa | Alexis Masbou | Stefan Hill #35 | Nico Bonifacio

Il rientro dal Bol D’Or.

Rientrare dal Le Castellet, potrebbe essere l’occasione per un bel giro alla scoperta delle Gole del Verdon fino a Castellane. Continuare per la D6202 e fare le Gole di Cians, le Gole di Valabres fino ad arrivare al Colle della Lombarda, passando da Isola 2.000, e scendere fino a Cuneo attraversando la splendida valle del comune di Vinadio. Io ho seguito questo itinerario, che consiglio a tutti.

Testo e foto di Rino Salvatore Satta

mimettoi

Sono l'autore di questo Blog, che nasce con l'intenzione di parlare di Moto, Storie di Moto e Piloti, Viaggi in moto, insomma la moto come protagonista. Da sempre appassionato (non tifoso) di moto e motori, in questo Blog ci sarà spazio per prove e test di qualsiasi moto, dalle novità alle moto più anziane e cercare di descrivere tutte le volte che salgo in sella, quali sensazioni mi trasmetta guidarle. Moto = Movimento MOTO: E. Treccani . L’atto e l’effetto del muoversi, cioè dello spostarsi di un corpo da una posizione o configurazione a un’altra; si contrappone a quiete ed è sinonimo di movimento, a cui in genere è preferito nel linguaggio tecnico e scientifico, dove assume accezioni proprie e specifiche.

2 pensieri riguardo “La gara per i 100 anni del Bol d’Or.

  • Bello Rino..hai vissuto in primo piano dai box l’intera gara..complimenti…sarai stato in piena estasi..saluti

    Rispondi
    • Si, è stato veramente emozionante vivere dentro il Paddok, vedi piloti e meccanico da vicini. Ormai da anni vado alle gare e conosco tantissimi piloti, visto sono uno dei pochi Italiani che frequentano assiduamente il mondo dell’Endurance. 😉

      Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *