Test Moto

Kawasaki Z 650 RS

Ormai le Modern Classic sono una fetta importante del mercato motociclistico. Nascono per soddisfare le richieste di motociclisti che ricercano in una moto linee classiche che strizzano l’occhio al passato, ma moderne nella tecnologia. Per la Kawasaki non è stato difficile trovare ispirazione dal suo passato, come in precedenza aveva fatto per la Z 900 RS, seguendo le linee della Z1 900 (del 1973) vera icona degli anni 70. La Z 650 (4 cilindri 650 cc del 1977) è stata la moto che ha guidato la matita dei tecnici giapponesi nel disegnare la nuova Z 650 RS. Le sue linee sono intramontabili, rendendola un classico ricco di stile.

Come è fatta.

La casa di Akashi è nota a tutti, per le sue moto di altissime prestazioni, ma è riuscita anche a produrre piccole e medie cilindrate, che ormai sono entrate nella storia motociclistica. Il suo bicilindrico parallelo di 649 cc. (83 x 60 mm.) da 68 cv a 8.000 g/m con 64 Nm di coppia a 6.700 g/m. è uno di questi. La Kawasaki attorno a questo compatto bicilindrico, è riuscita a produrre tantissimi modelli di vari segmenti, dalla sportiva Ninja alla Cruiser, senza dimenticare la Versys vera moto tutto fare. Ultima arrivata questa Z 650 RS dalla forte immagine retrò, ma dai moderni contenuti tecnologici. Partendo dal faro tondo a LED, alla strumentazione analogica tondeggiante, con in mezzo il quadrante LCD ricco di tutte le informazioni per il pilota. Anche i cerchi hanno un disegno che ricorda i raggi, mentre i dischi freno da 300 mm (anteriori) e il mono disco da 220 mm (posteriore) non sono a margherita come per le altre 650. Il telaio è in acciaio a traliccio di soli 13,5 kg. Il manubrio, il serbatoi, la sella e il codino sono in pieno stile anni 70, mentre il peso della RS in ordine di marcia è di soli 187 kg. Come da abitudine Kawasaki le finiture sono ottime, nessun cavo in giro e tutto è di qualità, dai comandi dei blocchetti alla sella ben rifinita. 

Come va su strada.

Tutte le volte che mi è capitato di salire in sella ad una Modern-Classic (o moto classica dir si voglia), ho sempre avuto la sensazione di ringiovanire di molti anni ( meglio non specificare di quanti). Stessa magnifica suggestione l’ho provata in sella alla Z 650 RS avuta in prova, color Metallic Spark Black. Sono neri i cerchi, il telaio e i parafanghi, l’unica nota di colore sono i fregi bianchi e verdi sul serbatoio, e le cromature su faro e strumentazione, oltre al grigio dei bianchetti e dello scarico. Una volta in sella si apprezza la posizione di guida molto rilassata, il manubrio è alto e largo il giusto. Le leve Freni e frizione sono regolabili. La sella a 820 mm. da terra è ampia e spaziosa anche per il passeggero. Ma è in marcia che si apprezza la Z 650 RS, con i suoi 187 kg non crea il minimo problema anche a chi non ha molta esperienza di guida, su una media cilindrata. La posizione di guida con il serbatoio basso e largo, rende tutto più naturale. Quando si viaggia in superstrada, la 650 di Akashi si dimostra molto confortevole, sia per l’assenza di vibrazione su manubrio e pedane, presenti ma non fastidiose solo attorno ai 4.000 g/m sulla sella. Buono il sostegno delle sospensioni a velocità codice, copiano tutte le asperità delle nostre martoriate superstrade. Come tutte le moto prive di protezione per il pilota, superati i 130 km/h bisogna sopportare l’aria fredda (di questo inverno), su busto e casco. Ma la vera sorpresa è stato il comportamento della RS tra le curve. Il brillante bicilindrico tenuto sopra i 3.000 g/m sa regalare ottime accelerazioni in uscita dai tornanti, complice un’agilità sorprendente e un’ottima stabilità che segue con precisione la traiettoria impostata dal pilota. Eccellente il reparto trasmissione con frizione dolce (antisaltellamento) e un cambio morbido e preciso. La 650 RS predilige una guida pulita e rotonda, va però leggermente in crisi se si adotta una guida “cattiva”, complice una frenata fantastica per potenza e modulabilità, pinzando forte ci si arresta in brevissimi spazi. Ottime le  gomme di primo equipaggiamento, le Dunlop RoadSport 2 subito in temperature malgrado l’asfalto freddo. La Z 650 RS è una moto che piace, visto le persone che si sono fermate a guardarla mentre facevo le foto, le sue linee eleganti non passano inosservate. Questa moto ha tante cose che mi hanno convinto, la sua linea senza tempo, il motore sempre “presente”, i consumi e la facilità nel guidarla tra le curve di montagna. Una moto come erano le moto di alcuni anni fa, quando  non esistevano le Enduro, e con una media cilindrata potevi fare asfalto e strade bianche senza “patemi”, perché erano semplici da guidare. Con la Z 650 RS, la Kawasaki propone una moto per tutti, forte della sua tecnologia e dalla affidabilità  dei suoi prodotti. Una moto che sicuramente saprà conquistare tanti motociclisti, che cercano una bella moto moderna ma dallo stile classico. Io non posso nascondere che mentre la guidavo, sono tornato indietro di parecchi anni, visto la sua guida sincera e divertente.

Testo e foto di Rino Salvatore Satta

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mimettoi

Sono l'autore di questo Blog, che nasce con l'intenzione di parlare di Moto, Storie di Moto e Piloti, Viaggi in moto, insomma la moto come protagonista. Da sempre appassionato (non tifoso) di moto e motori, in questo Blog ci sarà spazio per prove e test di qualsiasi moto, dalle novità alle moto più anziane e cercare di descrivere tutte le volte che salgo in sella, quali sensazioni mi trasmetta guidarle. Moto = Movimento MOTO: E. Treccani . L’atto e l’effetto del muoversi, cioè dello spostarsi di un corpo da una posizione o configurazione a un’altra; si contrappone a quiete ed è sinonimo di movimento, a cui in genere è preferito nel linguaggio tecnico e scientifico, dove assume accezioni proprie e specifiche.

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